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E se il malato è ricoverato a New York?…

A mio fratello, 47 anni, ex fumatore da 12, e’ stato diagnosticato un adenocarcinoma a non piccole cellule, IV stadio.
Lui vive da anni a New York, e ora e’ in cura al NY Presbyterian Hospital con l’ocologo Roland Sheff.
Ha fatto 15 sedute di radioterapia alla schiena per una metastasi che ne comprometteva la mobilita’ con piccoli segni di miglioramento, ne ha altre al fegato ed ai reni anche se millimetriche, encefalo libero.
Dall’ analisi genetica non risultano mutazioni ed hanno deciso per una chemio standard con cisplatino e alimta ogni 21 giorni.
Vorrei sapere se questo centro e’ abbastanza buono per la cura di un caso molto serio come il suo, e che prospettive ci sono sulla trattabilita’.
Sono molto triste ed abbattuto anche perche’ essendo a 10mila km di distanza non so’ davvero come aiutarlo.
fatemi sapere.

Pierluigi Caruso

Gentile signor Caruso,
comprendiamo bene la difficoltà (di aver notizie) e l’ansia (per non essere possibile alcun contatto diretto con i medici e la struttura sanitaria), generate dalla inaspettata malattia di un proprio familiare che è ricoverato dall’altra parte dell’oceano…
Posso rassicurala dicendo che l’ospedale che cita è di buon livello (anche se non è a livello del famoso Memorial Sloan Kettering di New York) e il suo oncologo, anche se non risulta abbia fatta molto ricerca (da una breve indagine suPuMed), ha avviato un trattamento standard raccomandato.
Purtroppo, come immagina, la prognosi non è buona, perché la malattia è stata scoperta in una fase tardiva del suo sviluppo, e assai difficilmente potrà consentire una sopravvivenza superiore ai 18-24 mesi.
Mi spiace.

Questo sito non è stato più aggiornato da febbraio 2017. Per eventuali commenti si prega di visitare il nuovo sito www.alcase.eu


One Response to “E se il malato è ricoverato a New York?…”

  1. La ringrazio per la disponibilita’ a rispondermi.
    Mio fratello andra’ anche allo Sloan Memorial Kettering Cancer Center non appena avra’ recuperato un po’ di energie, vista la terribile evoluzione della malattia.
    Il 10 agosto 2012 non aveva nemmeno la lontana idea di avere un male cosi’ grave e nemmeno si sentiva niente, il 12/agosto si e’ricoverato, praticamente immobile per la metastasi tra le vertebre, e via via tutte le altre diagnosi, una peggio dell’altra.
    Ma lo Sloan Memorial Kettering, potrebbe davvero cambiare il corso degli eventi?
    Le chiedo solo questo.
    Grazie.
    P.C.

    Gentile signor Caruso,
    mi spiace davvero per suo fratello. Ho dedicato tutta la mia vita alla lotta al cancro del polmone, prima come medico, ora come capo di un’organizzazione che cerca di aiutare i malati, ed ogni volta che risento storie come quelle di suo fratello non posso non condividere la sofferenza…
    Ma vengo alla sua domanda. Facendosi curare allo Sloan Kettering, vi è la certezza di un migliore e più moderno trattamento che, mi esprimo grossolanamente per farmi intendere, potrà aumentare in media la sopravvivenza di 6-12 mesi rispetto ai normali trattamenti standard; in alcuni casi (diciamo nel 20-25%), potrà invece allungarla in maniera molto significativa (anche di qualche anno).
    Le auguro che suo fratello sia fra questi ultimi fortunati.
    Cordialmente,
    Gianfranco Buccheri

    La ringrazio per la speranza che mi da’ e per il tempo che mi ha dedicato,
    sicuramente mio fratello passera’ a breve allo Sloan.
    Cordiali saluti,
    Pierluigi Caruso