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L’aspirina nella prevenzione del cancro ai polmoni e non solo…

Dall’Inghilterra nuove prove a favore dell’aspirina….

..a conclusione di un ampio lavoro di meta-analisi della Oxford University.

Mi riferisco a due pubblicazioni online del 21 marzo 2012 comparse sull’autorevole rivista medica “The Lancet, e a un’altra, sempre su Lancet, di un anno fa..   In estrema sintesi, sarebbe confermato l’effetto benefico dell’aspirina ( riduzione del 30%  della mortalità per cancro, inclusi i tumori più frequenti e letali come quello al polmone),  legato all’assunzione di una precisa dose (75 mg), al giorno, per anni.

Ma prima di procedere nell’analisi dei risultati di questi nuovi lavori… è utile ricordare cos’è l’aspirina e quanto si sa già su di essa.

  • Storia del farmaco più miracoloso al mondo

L’uso dell’aspirina nei secoli o, meglio l’uso della della corteccia e foglia del salice, incomincia nel 400 a.C.  (anche se le  sue virtù terapeutiche vengono menzionate già nel codice assiro di Ebers, all’incirca 2000 anni prima di Cristo).  Il 400 a. C. era l’epoca delle intuizioni del celebre medico dell’antichità, il greco Ippocrate, considerato ancor oggi il padre della medicina. Un giorno, Ippocrate si accorse delle proprietà antidolorifiche contenute nella corteccia e nelle foglie di salice e cominciò a curare i suoi pazienti afflitti dai più svariati dolori con l’infuso di quelle foglie.  Nell’albero del salice si trova contenuta la salicina, parente molto stretta della moderna aspirina (acido acetilsalicilico).  Da quell’epoca, per secoli, si è fatto uso del salice per combattere mal di testa, febbri, reumatismi fino a quando, nel 1758, un canonico inglese, il reverendo Edward Stone, non cominciò a studiare con criteri moderni le foglie del salice e riferì dei suoi esperimenti alla famosa “Royal Society” inglese.   Settant’anni, dopo fu il chimico napoletano Raffaele Piria ad ottenere per primo l’acido salicilico dalla salicina, facendo tesoro degli esperimenti condotti di Stone. Si giunse così al 1897.   In quell’anno,  Felix Hoffman e Heinrich Dreser, due chimici tedeschi che lavoravano entrambi nel settore ricerca e sviluppo della società  farmaceutica Bayer, riuscirono a mettere definitivamente a punto un farmaco il cui preparato base era l’acido acetilsalicilico.  Al farmaco, racchiuso in una compressa, fu dato il nome di aspirina: da “spir” che indica la famiglia vegetale “spirea”, e dalla lettera “A” che sottolinea il processo di acetilazione.

  • L’aspirina e i suoi molteplici effetti terapeutici

Negli anni successivi, la magica compressa divenne di uso comune quale sollievo del dolore. Nel frattempo, furono scoperte sempre nuove e diverse capacità terapeutiche, come nelle malattie infiammatorie, nell’artrite reumatoide, nella prevenzione degli attacchi di cuore, nella protezione dell’apoplessia e della trombosi venosa…  fino ai primi studi che riguardavano l’aspirina e il cancro.  Oggi, nel mondo si consumano in un anno oltre cento miliardi di compresse di aspirina; in Italia, una stima prudenziale porta a considerare che almeno 5 milioni di persone ne facciano un uso abituale.

  • Aspirina e cancro

Come accennato, numerosi studi suggeriscono che i cosidetti “farmaci antinfiammatori non-steroidei (NSAIDs)”, fra cui vi è l’aspirina, possano prevenire il cancro.  Molti studi sperimentali ed epidemiologici (non randomizzati), insieme ad alcuni studi clinici randomizzati, hanno appunto evidenziato l’azione profilattica dei farmaci NSAIDs  in molti tipi di cancro.  Questi risultati sono stati confermati, in particolare, per i cancri dell’intestino (tumore colorettale).

  • I nuovi studi

Come già detto, tre nuovi studi, coordinati dal Prof. Peter Rothwell dell’Università di Oxford, ribadiscono l’efficacia di questo medicinale nel prevenzione e cura del cancro.  In effeti, in analisi precedenti pubblicate nel 2007, 2010 e 2011 sempre su Lancet,  Rothwell e colleghi avevano già suggerito che dosi quotidiane di cardio-aspirina possono ridurre il rischio a lungo termine di morte  per cancro, ma gli effetti oncologici a breve termine erano meno chiari.  Questa volta, in un primo studio, gli autori hanno analizzato i dati derivanti da ben 51 sperimentazioni di prevenzione cardiovascolare, mentre nel secondonel terzo hanno valutato l’utilità del farmaco contro la formazione di metastasi.  I risultati ottenuti dai ricercatori britannici confermano l’importante ed altamente significativa riduzione della mortalità per cancro -già ipotizzata specialmente quella per il carcinoma del colon- e forniscono ulteriori elementi conoscitivi:  l’aspirina a piccole dosi presa tutti i giorni -già dal terzo anno di terapia- previene la comparsa di vari tipi di tumori, sia nei maschi che nelle femmine, abbattendone di un quarto l’incidenza, riduce la mortalità in misura proporzionale al numero di anni di terapia e abbassa della metà il rischio di sviluppare metastasi (nelle persone che abbiano eventualmente sviluppato un cancro in precedenza).

  • Commento

Questa nuova evidenza a favore dell’aspirina è molto robusta, ma ha anch’essa un limite: i dati della metanalisi dei ricercatori britannici derivano esclusivamente da studi condotti per valutare l’ aspirina nelle malattie cardiovascolari, non nella prevenzione o cura dei tumori.  Inoltre, le modalità di somministrazione e di raccolta dei dati adottate nei diversi studi entrati a far parte della meta-analisi, erano molto eterogenee fra loro.  Ciò rende la questione dei pro e dei contro una possibile cura preventiva dei tumori con aspirina non ancora del tutto risolta.  Prima di consigliare l’aspirina a basse dosi a tutte le persone sane di una certa età, bisognerà attendere ancora.   Presto andranno a conclusione nuovi studi clinici randomizzati, specificamente disegnati per la prevenzione oncologica…

Gianfranco Buccheri

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