Cosa si può fare ancora?…
Egregio dottore,
il caso, che mi sta particolarmente a cuore, è il seguente: una donna di 58 anni, non fumatrice, con diagnosi di adenocarcinoma polmonare con metastasi ossee. Dal 1/06/11 ha iniziato una chemioterapia palliativa con Carboplatino e Pemetrexed. Dopo 4 cicli è stata eseguita una TAC di controllo e non essendoci stata una risposta è stata sospesa la chemioterapia e si è iniziato il trattamento (da settembre 2011) con il Tarceva, anche se il campione bioptico per la ricerca della mutazione EGFR era risultato insufficiente. La TAC di controllo dopo due mesi non ha rilevato un importante progressione della malattia, ma solo un lieve aumento del versamento pleurico. Sono stati invece numerosi gli effetti collaterali del farmaco biologico tra cui principalmete inappetenza, con notevole perdita di peso, secchezza cutanea e delle congiuntive, lesioni del cavo orale e più recentemente blocco della minzione (causato dal Tarceva??) che ha richiesto l’inserimento di un catetere vescicale e una terapia antibiotica che attualmente è in atto.
Nonostante inoltre il continuo aumento del dosaggio di MS CONTIN, Gabapentin, Ibuprofene e Paracetamolo il dolore le da pochi momenti di respiro.
Oltre a questo, come suggerito dal medico di famiglia, ha iniziato da ottobre una terapia con il Synchro Levels (fattori di differenziazione estratti dal Brachidanio Rerio) e una terapia omeopatica che ha lo scopo di “disintossicare” il fegato e di rafforzare un pò il sistema immunitario.
Ciò che le chiedo è se esiste qualche altra cosa che possiamo fare per modificare la prognosi poco lusinghiera che abbiamo ricevuto… Nella sua esperienza lei ha visto casi di GUARIGIONE di tumori polmonari al quarto stadio? C’è qualcosa che si può ancora fare per sottrarsi alle agghiaccianti statistiche?
Con grande stima e riconoscenza per il suo prezioso lavoro
ANONIMO
No, gentile signore, non ho mai visto casi inspiegabili di guarigione di pazienti al quarto stadio, anche se ho visto un certo numero di malati che rispondevano meravigliosamente a questo o a quel trattamento tanto da poter parlare di “guarigione apparente” (nel senso di controllo stabile e prolungato della malattia). Un discreto numero di “guarigioni apparenti” è descritto nella nostra rubrica: STORIE DI SPERANZA e di queste, una delle più incredibili è quella della signora Gallessio, su cui abbiamo realizzato anche un video: http://www.youtube.com/user/ALCASEItalia/featured.
Quando, però, le opzioni terapeutiche standard si esauriscono (come nel caso che lei descrive) si può solo ricorrere a trattamenti sperimentali. Ve ne sono tantissimi, di ogni tipo, e in Italia esiste una banca dati che le raccoglie: http://ricerca-clinica.agenziafarmaco.it/. E’ possibile andare a ricercare lì le sperimentazioni attive per le quali la persona che intende sottoporvisi ha le caratteristiche di idoneità, risalire ai centri ospedalieri o universitari che le conducono e contattare questi ultimi telefonicamente. Oppure è possibile rivolgersi a qualche medico sperimentatore, fra quelli che noi elenchiamo alla pagina MEDICI d’ECCELLENZA: si tratta dei primi cento medici più attivi nella ricerca sul cancro del polmone in Italia (https://www.alcase.it/support/medici-eccellenti-premessa/). Oppure, allo sportello cancro del corriere della sera, dove è possibile accedere alla lista dei migliori centri ospedalieri ed universitari italiani, come descritto alla nostra pagina: https://www.alcase.it/2011/08/come-scegliere-il-luogo-dove-farsi-curare/.
Spero di esserle stato utile pur non avendo potuto entrare nello specifico del caso che le sta a cuore, come da nostra etica comportamentale (https://www.alcase.it/contatti/).
Con i migliori auguri,