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Come il cancro del polmone ha cambiato la vita di un uomo e della sua famiglia

Daniel Feist, giornalista canadese, racconta la sua reazione alla scoperta di aver un cancro al polmone

(Da questa storia è stato creato un Video-DVD.  Chi fosse interessato, può riceverlo a casa, con un piccolo contributo, scrivendo a info@alcase.it E’ anche possibile visionarlo su YOUTUBE: http://www.youtube.com/watch?v=3aarh7xdZWw)

oooo
Mi è stato diagnosticato il cancro del polmone venerdì 9 luglio di quest’anno.
La diagnosi completa è stata “cancro del polmone al IV° stadio” e indicava la presenza di una metastasi in un’altra parte del corpo e quella parte era il cervello.
Ricevere quella notizia è stato come essere condannato a morte.
La mia vita si è trasformata in un susseguirsi di angoscianti esami di laboratorio, interventi per rimuovere il tumore dalla mia testa, ed infine la radioterapia.
Ma sto andando troppo avanti mentre voglio raccontarvi tutto dall’inizio.
Negli ultimi 6 anni io, mia moglie Susie ed i nostri bambini Emily e Max abbiamo vissuto oltreoceano. Abbiamo passato quattro anni a Johannesburg e due a Varsavia. Il nostro ritorno a Montreal era previsto per la fine di giugno.
Gli ultimi sei mesi sono stati particolarmente faticosi. Le scadenze da rispettare, l’acquisto della nuova casa, l’iscrizione dei ragazzi nelle scuole di Montreal e tutti gli imballaggi per il trasloco dalla casa polacca.
Il primo sintomo fisico l’ho avuto ai primi di giugno.
Ho avvertito uno strano formicolio al braccio sinistro.
La cosa si è ripetuta diverse volte nel corso di una settimana ed ogni volta più intensamente.  In un primo momento ho pensato che un nervo si fosse accavallato a seguito di un movimento sbagliato. Le sensazioni di formicolio erano sempre più frequenti e sempre dalla parte sinistra del corpo. Il giorno in cui persi sensibilità dalla parte superiore della testa fino alla punta dei piedi iniziai a pensare che si trattasse di qualcosa di più di un nervo accavallato. Decisi di fare della fisioterapia, poi a luglio mi rivolsi al mio medico di famiglia. Stavo pensando se nei tre o quattro mesi precedenti avevo avuto altri sintomi ma non mi sembra. Tranne la perdita di peso troppo rapida – 5 kg in tre mesi – ma era esattamente quanto avevo progettato di perdere ritenendo di essere troppo grasso, e quindi ero perfino soddisfatto. Forse se avessi perso 10 kg in tre mesi allora mi sarei allarmato ma questo non è accaduto.

Non dormivo e non mangiavo, andavo a letto alle 3:30 o 4:00 del mattino e mi svegliavo alle 7:00. A volte alle 6:00 di sera mi rendevo conto che non avevo mangiato nulla tutto il giorno e pensavo a quanto ero rigoroso con i miei figli sulla regolarità dei pasti, rimproverandoli se per qualche motivo li saltavano.

Ero in crisi sotto ogni punto di vista.

Ho scoperto successivamente che il tumore nella mia testa stava espandendosi ad una zona del cervello che regolava non soltanto la parte sinistra del mio corpo ma anche le mie emozioni e la capacità di risolvere i problemi.

Ero talmente confuso che mi dovevo scrivere ogni cosa per non dimenticarmela.

Inoltre c’era un sacco di lavoro da fare per il trasferimento.

Susie era già in Canada alle prese con il suo nuovo lavoro.

Spesso, quando ero al telefono con mia moglie, mi faceva notare che ero ossessionato dal mio peso. Credeva che stessi avendo un esaurimento nervoso, ma non ha mai considerato la possibilità che avessi un cancro.

Poi un giorno mi resi conto che non potevo più far finta di niente e questo accadde quando la mia mano sinistra iniziò a muoversi in modo incontrollabile senza che riuscissi a fermarla. Mi sono recato immediatamente in ospedale dove un medico mi disse che stavo per avere un ictus e mi mandò ad un altro piano per prenotare una risonanza magnetica, con tempi di attesa che andavano dalle due o tre settimane. Ero allibito ed incredulo.

Contattai il mio medico di famiglia, il dr. Stanley Heisler, che mi visitò immediatamente.

Capì subito che qualcosa non andava e chiamò il dr. Calvi Melmed, suo amico e collega nonché direttore del reparto di neurologia del Jewish General Hospital. Tutto stava accadendo con una rapidità sorprendente.

Tre giorni dopo mi trovavo nel suo studio di Melmed. Mi chiese di descrivere il mio primo attacco. Prima che avessi terminato mi aveva già prescritto una risonanza magnetica. Mi chiese se fossi un fumatore – aveva già visto questo genere di situazioni centinaia di volte.

Mi prescrisse anche una radiografia ai polmoni ed in quel momento capii che si trattava di qualcosa di serio.

Inoltre, in quel periodo, a complicare ulteriormente la situazione ci fu l’assicurazione che minacciava di non pagare più altre spese sanitarie.

Percorsi la strada fino alla clinica privata per fare la risonanza magnetica ed i raggi. Poi andai nel mio ristorante vietnamita preferito in una delle parti della città che amavo di più ed ordinai la mia zuppa favorita.

Era trascorsa appena mezz’ora da quando ero uscito dallo studio medico. Stavo per assaporare il primo cucchiaio della minestra quando il mio cellulare squillò. Era il medico che mi aveva visitato poco prima.

“C’è sua moglie con lei?” mi chiese.

“C’è qualcosa che non va?” insistetti per sapere.

“Abbiamo trovato qualcosa nel suo polmone e nel suo cervello. Vorrei rivederla immediatamente. Si faccia accompagnare da sua moglie”.

Lasciai cadere il cucchiaio, pagai il conto, salii in auto e svenni contro il volante. Chiamai Susie, che corse in ospedale.

La mia vita e la vita della mia famiglia erano cambiate per sempre.

I primi 10 pensieri di chi scopre di avere un cancro

di Daniel Feist



1. Sono f*****o! Sto morendo, sto morendo! Qualcun altro saprebbe essere più stoico ma non io.
Ho iniziato a singhiozzare pateticamente poi sono scoppiato a piangere.
Fu quello il momento in cui realizzai che sarei morto. Tutti sanno che moriranno prima o poi – più siamo giovani più quel giorno ci sembra lontano – ma per me era tutto più reale. La mia risposta immediata fu il terrore puro.



2. Questa è una punizione. Sono stato scelto.
Non bastava una lesione al polmone, ne avevo una grande anche al cervello.
Non potevo credere che si trattasse di una coincidenza.
Non ero ancora pronto ad accettare l’intera questione del fumo (eccetto che per dire “la maggior parte dei fumatori non si ammala di cancro”).
Non potevo credere che la mia vita fosse in pericolo senza un motivo, doveva essere una punizione per tutte le cose sbagliate che avevo fatto nella mia vita.



3. Vorrei poter tornare indietro per essere una persona migliore.
Iniziai a pensare a Dio, ma più come concetto che come realtà perché non credo in Dio. Ho meditato seriamente sulle sacre scritture ma la religione era molto complessa e quello che mi stava accadendo era tutt’altro che un crimine o una punizione. Ho iniziato a piangere sulla spalla di mia moglie, Susie, chiedendole perdono per il male che le avevo fatto. Avrei voluto ritornare indietro per poter rimediare.


4. Ero fuori di me. Che cosa devo fare ora? Una volta saputo di avere il cancro cosa si aspetta la gente da me? Tutto mi sembra urgente, ma io mi sento perduto. Vado a lavorare o me ne sto a casa? Susie deve riprendere il suo lavoro? Posso far finta che non sia successo nulla? Devo andare a fare la spesa?
Niente aveva alcuna importanza. Stavo morendo.

5. Non vivrò abbastanza per vedere I miei figli sposati.
Dopo aver pensato tanto al mio passato ed al mio presente stavo pensando al mio futuro che stava andando improvvisamente in fumo. Ho pensato ai miei bambini, Emily e Max ed ho respirato profondamente. Ho immaginato che Emily si sarebbe sposata tra 10 o 15 anni quando io avrei avuto 60 o 65 anni, ma non sarei stato lì a vederla. Mi sarei perso i suoi momenti più belli e felici. E il piccolo Max, quando penso a lui mi sembra di avere un blocco di cemento di due tonnellate sul torace.6. Nessuna madre dovrebbe vedere il proprio figlio morire.
Il fatto è che mia madre è ancora viva ed in spledida forma. Guida, scrive, gioca a bridge fa dei corsi e dei viaggi.
Ho pensato che ancora non aveva superato la morte di mio padre di 6 anni fa ed ora avrebbe dovuto vedere morire anche me. Non mi è sembrato giusto e mi sono agitato molto.

7. Questo è orribile, un’orribile sfortuna per mia moglie e per chiunque mi stia accanto.
Sto mettendo sottosopra la vita di tutti.
La nostra nuova casa non era ancora finita. Susie doveva terminare un lavoro importante e nostra figlia aveva la mononucleosi. C’erano questioni non risolte su tutto e in cima a queste gli appuntamenti dal dentista.
Susie era visibilmente molto stanca e mi sono sentito in colpa e dispiaciuto.
Inoltre, non sopportavo che i miei amici si sentissero turbati per me.
Pur essendo fondamentalmente egoista e vanitoso odiavo essere al centro dell’attenzione a causa del cancro.

8. Persone che neanche conosco stanno per tagliare il mio corpo.
Questo era uno dei pensieri più sgradevoli che continuava a circolare per la mia testa. Dei perfetti estranei stavano per incidere la mia pelle e la mia carne, spingendosi fino ai miei organi interni e al mio cervello. Era un pensiero insopportabile.

9. Non posso crederci. Non può succedere a me.
Ho appena 50 anni, sono cintura nera di secondo grado con quattro anni di combattimento zulu e recentemente ho iniziato la capoeira. Ho una pressione sanguigna eccellente, una frequenza cardiaca perfetta ed un sacco di energia. Sì è vero sono un forte fumatore ma a parte questo sembro in perfetta forma.
Quindi che cosa stava succedendo? Sentivo rabbia e stordimento. Passavo da una rassegnata assegnazione ed un rifiuto assoluto.

10. Perché non poteva accadere a qualcun altro, qualcun altro che odio? Perché io?
Era la mia domanda più frequente. In verità c’era una sola persona che odiavo realmente ma era già morta. Inoltre non augurerei il cancro a nessuno, nemmeno ad un nemico. Ma devo ammettere che per un secondo questo pensiero crudele ha attraversato la mia mente.

Eccoli qui i miei primi dieci pensieri dopo aver saputo di avere il cancro.
Non ero pronto ad iniziare trattamenti di successo.
Sono sempre stato uno che vede la tazza mezza vuota ma oggi penso alle cure riuscite ed ai risultati promettenti. Naturalmente, ho momenti di disperazione, ma non dispero ogni momento. Sono seguito da medici eccellenti. Sarebbe sciocco non essere ottimista mentre affronto il successivo intervento.

Francamente, non ho molta scelta….




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