Report dal Congresso Mondiale di Vancouver
Novità in fatto di chemioterapia
Report dal 10° Congresso Mondiale sul Cancro del Polmone
L’International Association for the Study of Lung Cancer (IASLC) è l’unica società scientifica che raccoglie l’adesione degli esperti mondiali di cancro del polmone, indipendentemente dall’estrazione specialistica e dall’area geografica d’appartenenza. Numerose sono le attività scientifiche della IASLC, fra cui spicca lo svolgimento del proprio congresso generale, la World Conference on Lung Cancer (WCLC), l’evento forse più importante nella vita della società stessa. La WCLC ha luogo ogni tre anni, ed è organizzata in una sede scelta mediante regolare rotazione fra paesi dell’Asia, dell’Europa e delle Americhe: l’ultima sede congressuale (agosto 2003) è stata Vancouver, nel British Columbia canadese.
Durante la Conferenza sono stati trattati molti temi, ma la chemioterapia è stato, certamente, l’argomento principe. In estrema sintesi, è possibile affermare che sono risultate tre le principali linee di tendenza emerse dal dibattito scientifico.
Si va verso:
- Una maggiore estensione dell’indicazione al trattamento, che oggi viene sempre più spesso praticato nei pazienti “elderly” (anziani) o “unfit” (pazienti in condizioni cliniche scadute)”, o in situazioni cliniche particolari, come nel caso della cosiddetta chemioterapia “adjuvante” e “neo-adjuvante” o delle “chemioterapie di 2° e 3° linea”.
- Una certa libertà di sostituire i derivati del “platino”, una classe di farmaci considerata per anni essenziale, con uno qualunque dei cosiddetti “nuovi farmaci”.
- Un uso sempre più frequente di schemi di somministrazione ravvicinati, come quelli settimanali o bisettimanali.
Più in dettaglio, la chemioterapia “neo-adjuvante” è utilizzata nella preparazione all’intervento chirurgico. A Vancouver sono stati presentati i risultati di un importante studio nord-americano, l’Intergroup Trial 0139. Si tratta di uno studio su 429 pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) da cui è stato possibile concludere che:
- sia la chemio-radioterapia sia la chemioterapia seguita da intervento chirurgico sono altamente efficaci;
- sono possibili un maggior numero di complicazioni nel gruppo operato, che però
- gode di una maggior possibilità di guarigione definitiva, anche se
- è necessaria una più lunga osservazione. Degno di nota è il fatto che, dopo chemioterapia, non vi era più traccia di tumore nel 36% dei pazienti operati!
Un’osservazione sufficientemente prolungata è stata, invece, ottenuta dai ricercatori di uno studio multicentrico francese che confrontava, in 355 pazienti con NSCLC, l’intervento chirurgico con la chemioterapia neo-adjuvante seguita da intervento chirurgico. L’incremento della percentuale di guarigione con terapia neo-adjuvante in questo studio fu, rispettivamente, del 10.5% e 9.7% a 3 e 5 anni.
La chemioterapia “adjuvante” (post-chirurgica) appare anch’essa utile, anche se non tutti i “trials” effettuati hanno evidenziato una significatività statistica. Lo studio più importante di questo gruppo è certamente l’International Ajuvant Lung Cancer Trial (IALT) che ha incluso, dal 1995 al 2000, 1867 pazienti provenienti da 148 centri ospedalieri ed universitari, siti in 33 diversi paesi. Dopo un intervento chirurgico ritenuto radicale, i pazienti ricevevano una chemioterapia standard (cisplatino + etoposide o un derivato della vinca) o nessuna terapia attiva. Dopo un’osservazione di 56 mesi, si registrava un vantaggio del 5% per il gruppo trattato con chemioterapia. Il Dr. T. Le Chevalier, portavoce degli investigatori IALT, concludeva: “Questo trial supporta il concetto della chemioterapia adjuvante del NSCLC radicalmente operato, ma apre nuove questioni riguardanti i farmaci, i tempi e la biologia del cancro.”