Cancro del polmone
le terapie “aggressive” incoraggiano a sperare in una migliore sopravvivenza
Secondo un’interessante ricerca presentata nella settimana dal 31 maggio al 3 giugno 2003 al meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncolgy (ASCO), tenutosi a Chicago nell’Illinois, U.S.A., è possibile migliorare la sopravvivenza dei pazienti con cancro del polmone combattendolo in modo “aggressivo”, tramite un trattamento chemioterapico post-chirurgico, combinando radioterapia e chemioterapia ed usando farmaci che vanno ad attaccare le anormalità molecolari del cancro del polmone.
Secondo uno studio internazionale, che sembra essere destinato a cambiare la terapia standard per il cancro del polmone, le persone sottoposte ad intervento chirurgico per la asportazione del cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC) sopravvivono più a lungo, ed è più probabile che la cura abbia efficacia su di loro, se sono sottoposte a trattamento chemioterapico post-chirurgico. Lo studio (the International Adjuvant Lung Trial) ha coinvolto 1.837 pazienti di 33 paesi differenti. Dopo l’intervento chirurgico di asportazione del cancro del polmone, a ciascuno di essi è stato assegnato, a caso, il trattamento chemioterapico, o l’osservazione senza chemioterapia. I pazienti sottoposti a chemioterapia, sono stati trattati con cisplatino più etoposide, vinorelbina, vinblastina o vindesina, a seconda del regime usato nei singoli centri. Lo studio ha dimostrato che la sopravvivenza a due anni era del 70% per i pazienti sottoposti a chemioterapia post-chirurgica, in confronto al 67% dei pazienti trattati con la sola chirurgia. La sopravvivenza a 5 anni era del 45% per il gruppo dei pazienti sottoposti a chemioterapia, contro il 40% dell’altro gruppo. Il Dr. Thierry Le Chevalier, dell’Istituto Gustave Roussy di Villejuif in Francia, principale responsabile dello studio, ha commentato: “Un 5% di aumento della sopravvivenza è sufficiente a raccomandare la chemioterapia dopo l’intervento chirurgico. Ciò significa, infatti, aver circa 7000 vittime in meno ogni anno in tutto il mondo“.
L’unico svantaggio della chemioterapia adiuvante è il rischio degli effetti collaterali. Il 25% dei pazienti trattati con chemioterapia ha avuto una diminuzione del numero dei globuli bianchi e ci sono state sette morti conseguenti al trattamento.
Un altro studio ha dimostrato che la somministrazione contemporanea di radioterapia e chemioterapia prolunga l’attesa di sopravvivenza rispetto al classico schema che prevede i due trattamenti prescritti uno dopo l’altro. Dopo due cicli di chemioterapia, i pazienti con NSCLC in stadio avanzato sono stati assegnati, a caso, alla radioterapia da sola o alla combinazione di chemioterapia e radioterapia. I risultati hanno dimostrato una migliore sopravvivenza per il gruppo sottoposto alla combinazione di chemioterapia e radioterapia (mediana di 19,2 mesi), in confronto ai pazienti sottoposti alla sola radioterapia (mediana di 14,6 mesi). I ricercatori dell’Università di Monaco (Germania), hanno commentato: “La sopravvivenza sembra migliorare con la radio-chemioterapia, nonostante un modesto aumento di tossicità”.
Altri dati incoraggianti provengono da farmaci cosiddetti “proiettili magici” (farmaci che vanno ad attaccare alcune anormalità biologiche dei tumori polmonari). Uno studio statunitense sul farmaco Iressa ha dimostrato che esso è in grado di migliorare i sintomi in più di un terzo dei pazienti (39%) con cancro del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato (NSCLC).
I sintomi, riguardo ai quali si è potuto constatare un miglioramento, sono stati la dispnea, la diminuzione dell’appetito, la tosse e la perdita di peso. I pazienti che avvertivano un miglioramento dei sintomi con Iressa erano anche quelli in cui il tumore rispondeva con una regressione volumetrica e per i quali la sopravvivenza era più lunga. La sopravvivenza mediana globale per i pazienti che avevano un miglioramento dei sintomi era di 11,8 mesi, in confronto ai soli 3,7 di quelli che non avvertivano alcun miglioramento. Il ricercatore principale dello studio, il Dr. D. Cella, del Cedars-Sinai Comprehensive Cancer Center di Los Angeles, California, ha affermato: “Questi risultati supportano la tesi che la risposta ai primi sintomi e la risposta al tumore sono correlate fra loro, ed ambedue contribuiscono a definire la sopravvivenza del paziente”.
Un altro farmaco (l’Erbitux), un anticorpo che attacca il recettore del fattore di crescita epidermica (EGFR), ha dimostrato un’attività promettente nel trattamento di prima linea del NSCLC in stadio avanzato se utilizzato in combinazione con cisplatino e vinorelbina. I risultati, ottenuti in uno studio comprendente 61 pazienti con NSCLC in stadio IIIb/IV e con espressione dell’EGFR, hanno dimostrato una maggiore efficacia della chemioterapia combinata con Erbitux (53,3% versus 32,3%).
Per ridurre l’impatto del tabacco sulla salute mondiale, l’ASCO ha promosso una nuova politica anti-tabacco, basata su uno sforzo scientifico volto a tenere in considerazione tutti gli elementi del problema. Una commissione indipendente dovrà analizzare il problema dal punto di vista sociale, medico, legale ed economico e dovrà sviluppare politiche internazionali per ridurne l’uso. In più, il progetto prevede che i fondi stanziati per la lotta al tabacco vengano usati solo per progetti scientifici, inclusi il trattamento medico e la ricerca di base. Le tasse federali americane dovranno essere aumentate di almeno 2 dollari a pacchetto e si dovrà garantire la piena informazione su tutti i componenti del fumo di tabacco.
Sir Richard Peto, epidemiologo della Clinical Trials Service Unit di Oxford, Regno Unito, ha argomentato che bisogna incentivare gli sforzi che tendono ad incoraggiare gli adulti a smettere di fumare e si deve far sì che i giovani non inizino mai. Egli ha avvertito che se si continuerà a fumare come in questo momento, 1 miliardo di persone morirà a causa del tabacco nel corso del XXI° secolo, in confronto ai 100 milioni del XX° secolo. Egli ha specificato: “Una riduzione sostanziale della quota dei morti per tabacco entro il 2050 richiede che si smetta di fumare subito. La buona notizia è che smettere di fumare riduce rapidamente il rischio di sviluppare un cancro od una malattia cardiaca”.
Comunicato stampa della Global Lung Cancer Coalition (GLCC) del 02-06-2003.